domenica 30 gennaio 2011

Quousque tandem, Catilina, abutere patientia nostra?

Ovunque si discutono i comportamenti del nostro premier.
Ho la fortuna di essere, ancora per poco, fuori dalla cerchia internazionale e quindi non so come la vedano all'estero.
Certo in Italia c'è disorientamento.
Molti sostengono che il privato di un leader non va giudicato, che la presunzione di innocenza vale fino a prova e giudizio contrario per chiunque, che non c'è reato in ciò che è avvenuto e neppure scandalo e giudicare i comportamenti del premier è moralismo dozzinale per "dimetterlo" per via giudiziaria e scandalistica in assenza della capacità di farlo per via politica.
Sulla sponda opposta si assurge l'immoralità dei comportamenti ad esempio dell'incapacità di governare e si contumelia l'indecenza e l'obbrobrio degli stili di vita di un premier che dovrebbe fungere da fulgido esempio di sobrietà e stile per i suoi concittadini e che invece ne rappresenta gli istinti più retrivi.
Prendere posizione è difficile.
L'ipocrisia delle due posizioni estreme aleggia nell'aria.
Un dato è certo:nessun leader politico è mai riuscito a spaccare in due poli così distanti nel loro comune sentire gli italiani.
O di qua o di là ma comunque su sponde opposte non per una diversa visione di come condurre l'Italia intera in un cammino di progresso, non per scelte di politiche economiche inconciliabili con una delle due parti,non per decidere quali alleanze internazionali sia più giusto scegliere o se l'evasione va punita e combattuta o premiata e condonata.
Ci stiamo dividendo per decidere se il primo ministro di una delle sette economie più sviluppate del pianeta abbia o meno diritto di fare il puttaniere con ragazzine che avranno l'età della nipotina che mi nascerà tra 5 anni !

Io penso che questa vicenda E' politica.

La prima definizione di "politica" (dal greco πολιτικος, politikós) risale ad Aristotele ed è legata al termine "polis", che in greco significa la città, la comunità dei cittadini; politica, secondo il filosofo ateniese, significava l'amministrazione della "polis" per il bene di tutti.

Dividere in due un popolo impedisce di affermare che si sta operando per il bene di tutti poiché di alcuni si vuole l'annichilimento.
Un premier che ci divide e spacca a metà sui valori di base non fa politica buona o cattiva bensì fa dell'arte della politica la sua stessa ed unica ragione d'essere svincolandola dall'onere dell'azione per il bene della comunità come imposto dalla nostra costituzione che può non piacere ma allo stato attuale è l'unica vigente.

L'articolo 54 della costituzione recita:

Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.

I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.


Di definizione dell'onore è pieno internet ma tutte concordano nel dire che è legato ai comportamenti personali e alla coerenza con cui vengono mantenuti

Tanto poco importa l'onore nella storia che addirittura da millenni ai bravi combattenti viene riservato "l'onore delle armi" in caso di sconfitta.
All'armata sconfitta è consentito di passare in rassegna una rappresentanza dell'esercito vittorioso, schierata nella forma più prestigiosa che le condizioni consentano (in genere la cerimonia è celebrata sul campo di battaglia).
L'armata sconfitta, seppure disarmata, viene inquadrata all'ordine del suo comandante, al quale è temporaneamente lasciata la sciabola, simbolo del comando, e sfila come se fosse stata la vincitrice.
Ha diritto di bandiera, può cioè sfilare con la propria bandiera di guerra impennata, cioè sventolata come d'ordinario e non ammainata né abbrunata.
L'esercito vittorioso, al passaggio del valoroso avversario sconfitto, presenta le armi (esegue il noto comando del "presentat'arm") in segno di rispetto.


Cosa c'è di onorevole in quello che vediamo fare al nostro premier ?
Dov'è la virtù nell'organizzare e partecipare a festini come i Proci nella casa di Penelope ?
Dov'è l'onestà di chi mente a un popolo intero ?

Secondo Cecov l'onore non si può toglier, si può solo perdere.

I nostri padri sulle macerie di due guerre avevano costruito il progresso di una nazione,costui sta distruggendo tutto ciò per cui loro hanno combattuto, sofferto,pianto.
Se non poniamo fine a tutto questo scempio i loro digiuni, i loro sacrifici, lo stesso significato delle loro storie verrà disperso come cenere al vento.
Ed io credo che non esista uomo che abbia il diritto di calpestare e distruggere le nostre radici.

giovedì 6 gennaio 2011

NEW AGE

Oggi riprendo a scrivere.
Dopo un pò di tempo, molto tempo.
Non che non ci fossero cose da dire ma perché come sempre manca il tempo per farlo.
Dall'ultimo post molte cose sono successe.
Non ultima è finalmente iniziata, a carissimo prezzo sotto il profilo economico, la mia nuova carriera da imprenditore.
Imprenditore di un sogno spero, quello cioè di liberarmi e liberare alcuni altri dalla iattura della schiavitù lavorativa.
La mia società sta iniziando a decollare dopo un anno di rodaggio.
Adesso siamo in circa venti persone e a dire il vero con mia somma stupefazione arrivarci è stata una cosa difficilissima.
C'è sicuramente bisogno di lavorare: nell'ultima selezione abbiamo visionato circa venticinque persone per 8 posti di lavoro.
Non c'è altrettanto sicuramente il desiderio di soffrire per costruire il proprio futuro:la prima domanda che ricevo è di emolumenti molto maggiori di quelli che l'azienda può offrire col risultato che molte persone rifiutano il lavoro perché poco remunerativo.
Spero sempre che si facciano vivi i laureati figli di extracomunitari:hanno tempra, voglia di sacrificarsi e desiderio di salire la scala sociale.
Manca molto questo desiderio di costruire la propria storia partendo dalla realtà e sapendola decodificare, accettando che per avere un futuro gratificante e migliore o uguale a quello dei nostri genitori dobbiamo faticare, prima o poi, accettando di metterci in competizione con gli altri.
Che ne sarà di questi ragazzi presuntuosi e arroganti che vogliono tutto subito ?
Purtroppo il Dio del benessere ha offuscato il Dio della fatica.
Quale stabilità avrà mai una casa costruita sul nulla ?

martedì 23 giugno 2009

IS TIME TO CHANGE

La più grande emergenza oggi in Italia è trovare una soluzione al problema della disoccupazione derivane dalla crisi economica in atto.
Ne parlano tutti ma come giustamente è stato detto da qualcuno la sera a cena non si serve ottimismo di primo, entusiasmo di secondo e positività di contorno.
Chi può, cena bene e chi non può si arrangia.
Cero dispiace vedere, e soprattutto sentire, tanta gente che fa fatica a metter insime il pasto con la cena.
Recentemente ho avuto modo di ricevere da un amico questo collegamento internet:
L'ho ascoltato tutto, conosco sciaguratamente alcuni dei protagonisti per via di una vita svolta in una mia incarnazione precedente.
La storia è semplice: alcuni truffatori si sono rubati tutto, incluso il portafoglio dei dipendenti, e sono scappati con la cassa.
Siccome in cassa non c'era una mela (il cui furto come sappiamo genera anni di prigione) ma una vagonata di soldi, i responsabili del delitto ,se va bene, sono agli arresti domiciliari
(per inciso: questo fatto che le leggi attuali siano forti con i deboli e deboli con i forti genera nei miei figli un devastante senso di frustrazione nei confronti dell'autorità costituita -il mondo degli adulti- che predica la giustizia ed è prodiga di impunità).
I dipendenti della x-Pharma,invece, si trovano esattamente nel caso illustrato all'inizio quando è ora di imbandire la tavola:niente di primo, niente di secondo e niente di contorno!
Io stesso, dopo anni di protagonismo e di smodato esercizio del potere, sempre però guidato da valori etici fin troppo rigorosi, sono alfine, magno cum gaudio di molti detrattori, rimasto vittima del sistema e pascolo da disoccupato intelligente nei meandri di casa.
Espulso senza spiegazioni dal mondo del lavoro con la bussola in mano per trovare una direzione:nord-sud-ovest-est, e forse quel che cerco neanche c'è come dicevano gli 883.
Ebbene, ascoltare questa storia mi ha veramente rattristato.
Incredibile nel metodo e nel merito.
Ma comunque coerente con l'inconsistenza della classe dirigente italiana fatta di persone spesso non competenti, ricche di master in Business Administration, fameliche e ingorde di soldi e di prestigio.
Sarebbe divertente uno scambio di ruoli, ma non per poco bensì vita natural durante!
La tristezza è un cattivo condottiero, provoca riflessioni di inaudito impatto emotivo ed è anche improduttiva sotto il profilo dell'azione:annichilisce anzicchè stimolare.
Per una volta il buon Dio ha pensato bene di capovolgere la storia.
C'è un progetto che sta nascendo, verranno fatte le debite analisi manageriali secondo i più aggiornati modelli di management esistenti e forse, dico forse, proporremo ai colleghi della X-Pharma una soluzione.
Sarà una soluzione minima ?
Come diceva la nonna Pina, nonna di mia moglie: piuttost che gnent, l'è mej piuttost (scusate l'imperfetto milanese).
C'è un gruppo di professionisti che ha cominciato a lavorare sull'idea.
Sono abili, sono motivati.
Mi aspetto molto dal loro contributo, dalle loro conoscenze e dal loro desiderio di essere parte di un sogno.
Non sempre si può fare tutto ciò che si deve ma si deve sempre fare tutto ciò che si può.

Pino

Ma ce n'era proprio bisogno ?

Questa è la domanda che mi sono posto tante volte prima di iniziare.
In verità credo di no, sul web oggi si trova tutto ciò che occorre per rovinarsi la vita senza arrivare su questo blog.
Però spesso ci tocca subire un vero e proprio scempio di scellerate pubblicità o ancora peggio volgarità sia lessicali che intellettuali per poter soffrire come vorremmo.
Giochi, giochini, spam, commenti insulsi...
Insomma, anche rovinarsi la vita non è poi così facile.
In più la nostra attività e autonomia consiste quasi sempre soltanto nel poter reagire agli stimoli e alle riflessioni altrui.
Così muore il nostro desiderio grande o piccolo di protagonismo.
Soffocato dalla complessità tecnologica di ritagliarsi uno spazio per poter dire:ci sono anch'io.
E siccome io ci sono mi sono anche un pò stancato di vedere che l'arroganza del mezzo amplifica quella delle persone.
Quindi alla fine penso che sì, almeno per me, c'era proprio bisogno di uno spazio libero di libera riflessione.
E' anche un modo per recuperare in forma moderna il vecchio concetto di lettera che ormai, desueto e arcaico, il mondo sta contribuendo a mandare in soffitta.
Io ci credevo invece alla lettera.
Che strumento formidabile!
Ti mettevi lì, sul tavolo della cucina, prendevi carta e penna e cominciavi, logorroico, incontenibile e incontrollato a scrivere pensieri, descrivere emozioni, dare consigli, dichiarare amori e separazioni irrevocabili.
E su quella carta ogni tanto una lacrimuccia o una macchia di caffè impreziosivano l'elaborato.
Poi chiudevi, spedivi e aspettavi che la tua missiva arrivasse.
Nel frattempo ti arrovellavi pensando alla reazione e alla risposta che i tuoi pensieri avrebbero generato nella mente e nello scritto dello, spesso, ignaro destinatario.
Quante volte avrei voluto cambiare le parole che come pietre tombali erano ormai incise sulla filigrana e gridare, scusa, non è vero, ho cambiato idea!
E con quanta trepidazione aspettavo le risposte nella casella della posta.
Ecco, solo per tornare a vivere queste piccole emozioni notturne e quotidiane dico:si, ce n'era bisogno almeno per me.
Questo quindi sarà il mio luogo di riflessione, il giorno che vedrò altri utilizzarlo allo stesso modo saprò di avere ottenuto un piccolo successo.
Una riflessione libera ma che vorrei mai volgare, per la volgarità c'è facebook, la posta aziendale e la strada.
Per la gentilezza, la profondità, l'ascolto e la possibilità di poter sussurrare "ci sono anch'io" con questo piccolo pensiero, c'è questo piccolo spazio libero.
E' un nuovo giorno, per me è un grande successo

Pino